Con il suo secondo mandato, Donald Trump ha ordinato e messo in atto deportazioni di massa di migranti, ha promesso di espellerne un altro milione entro l’anno, doppiando per numeri e reazione le 400.000 deportazioni annuali effettuate dal “democraticissimo” Barack Obama. Trump ha elargito superpoteri all’ICE (Integrazione degli Stati Uniti), creata nel 2003 con il solo scopo di perseguitare la popolazione musulmana; in più ha dato il via a diversi raid in città su un’ampia base di popolazione latina, prendendo di mira ristoranti e attività commerciali, ma anche sfrattando con la forza molti immigrati dalle loro case. Forte della sua aggressività politica, Trump ha messo in campo una repressione contro attivisti universitari che difendono la causa palestinese, come Mohamed Khalil, che ha trovato con il suo dissenso le sbarre. Ha espulso e trasferito con la forza più di 200 migranti venezuelani nelle prigioni di El Salvador. In precedenza aveva inviato migranti a Guantanamo Bay, a Cuba.
Trump e il suo governo troglodita e reazionario hanno definito le proteste di Los Angeles come un’emergenza nazionale. Trump ha scritto sui social che Los Angeles è «invasa e occupata» da una «orda violenta e rivoltosa», e che è necessario «liberare Los Angeles dall’Invasione dei Migranti».
Potrà inviare quello che vuole, ma la storia e la lotta di classe non fanno sconti e non si fanno intimorire. Più Trump userà il pugno di ferro verso gli ultimi e più forte sarà la mobilitazione e il contrasto a queste politiche.
Siamo solo all’inizio…
Trump, ancora Trump, maledettamente Trump
