Il primo bilancio a caldo della tornata referendaria è la sconfitta della dirigenza della CGIL e delle dirigenze del centro-sinistra, in primis del PD e del Movimento 5 Stelle. Ma le sconfitte, in politica vanno analizzate e contestualizzate. Al voto hanno partecipato 14 milioni di cittadini, il quorum si è attestato al 31%. Se confrontiamo questo dato con il dato di altre due chiamate elettorali, la sconfitta è relativa. Nel 2003 il referendum sull’estensione dell’art. 18, quello vero, non quello della legge Fornero – una generazione fa -, con un rapporto di forze sicuramente migliore per il mondo del lavoro, il quorum si attestò al 26%. Nel settembre 2022, elezioni politiche: vittoria della destra post-fascista di Meloni, 16 milioni e 500 mila furono le astensioni, Fratelli d’Italia assunse la maggioranza parlamentare con appena 7 milioni e 170 mila preferenze. Oggi come vent’anni fa la causa non è il destino cinico e baro o l’arretramento culturale delle masse italiane, svegliatesi razziste o rassegnate. Semmai, questo è l’effetto. La causa è da individuare nei vent’anni di dirigenza sindacale e politica del mondo del lavoro, opportunista e fallimentare.
Noi, come Movimento per la Lega Marxista Rivoluzionaria, ripartiamo da questi 14 milioni di voti, consci che la lotta di classe non possa essere declinata esclusivamente entro i termini legali del diritto borghese, anche qualora si utilizzi uno strumento di democrazia diretta, quale il referendum (che il governo Meloni ha già intenzione di ritoccare, aumentando il numero delle firme, perché nonostante il silenzio assordante dei media una buona fetta del Paese è andata a votare).
La CGIL deve convocare al più presto uno sciopero generale che faccia cadere questo governo post-fascista, dato che è l’unica organizzazione di massa, oggi presente in Italia, con le capacità politiche e sociali per proporre una tale sfida. Le conquiste del movimento operaio passano dalle trincee, dalle piazze, dai luoghi di lavoro e solo successivamente il diritto le formalizza in leggi. Il passaggio contrario è poco probabile o è un’astrazione idealistica che già si è rivelata per quello che è: un buco nell’acqua.
W La lotta di classe!
Dalle urne alle piazze!