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Né piangere né ridere, ma comprendere la morte del pontefice

Sono rimasto un po’ stupito, ma non troppo, per la folgarazione sulla via di Damasco che la sinistra ha avuto per il decesso del Pontefice. Sia ben chiaro che la Pietas umana non è in discussione, ma al tempo stesso si dovrebbe evitare di scambiare lucciole per lanterne. Se un’istituzione è reazionaria, allora anche i suoi portavoce lo sono – al di là della finta retorica progressista. Si è passati dal “pastore tedesco” (definizione non propriamente progressista) per Ratzinger ad una sorta di venerazione per Bergoglio che quasi tutta la sinistra, compresa quella che si definisce radicale, con affanno si è genuflessa ad esprimere.

Ora, andiamo per ordine. Bergoglio è stato il Pontefice – è utile ricordarlo – che ha definito l’ambiente Vaticano pieno di “frociaggine”, ha definito l’aborto un omicidio. Non va nemmeno dimenticato che l’unica monarchia assoluta (il Vaticano) si è opposta con vigore, tramite la Segreteria di Stato vaticana, al Ddl Zan (sui diritti civili), invitando alla morale lo Stato italiano in base al concordato.

Semplicemente reazionario. Il Vaticano rappresenta dunque il primo bastione di difesa del patriarcato.

Siamo tutti liberi di credere ma nessuno dovrebbe essere libero di opprimere!

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