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Lettera aperta alle sinistre. “Rompere con il centro, per la classe operaia, per il popolo palestinese!”

I fenomeni storici accadono sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.

(Karl Marx)

Da parecchio tempo e in modo sempre più opprimente sentiamo parlare di “unità a sinistra”. Questa rivendicazione è spesso il frutto – almeno per 3 militant3 di base sincer3 – di una “richiesta” che potremmo definire di “realismo affettivo”: una sorta di quello che vorrebbero 3 compagn3 sul versante emozionale. L’unità della sinistra ha infatti un forte impatto emotivo. 

In questo momento dovremmo però andare oltre il semplice sostegno che ci vede uniti nella battaglia referendaria promossa dalla CGIL, per trasformare queste rivendicazioni nel trampolino di lancio per un blocco politico di classe alternativo ed realmente efficace.

Meno sinceri e più cinici sono i gruppi dirigenti, ahinói, della sinistra riformista e neo-socialdemocratica che sventolano questa proposta in un loop continuo ad ogni elezione (comprese quelle amministrative) nonostante le drammatiche esperienze della Sinistra Arcobaleno, della Lista Ingroia, di Potere al Popolo 1.0, di Unione Popolare e di tutte le giunte locali. Lo schema è sempre lo stesso: un blocco elettorale di area larga, avulso dai princìpi, senza bilanci, senza asse ideologico e programmatico, con il solo scopo di dar spazio all’ego del candidato premier di turno e all’apparato dei singoli dirigenti promotori, creando ne3 sincer3 compagn3 false aspettative.

Questi gruppi dirigenti confondono gli interessi dell’apparato (piccolo o grande che sia) con gli interessi della classe operaia.

Se la storia del movimento operaio ci ha insegnato una cosa è proprio la sua incompatibilità con le forze (di varia gradazione) della borghesia.

Ora, se PRC (e le sue successive declinazioni, tra cu SI) e Verdi hanno votato con annessi di ministeri:

  • Missioni Militari
  • Legge precarizzanti

  • Tfr alle banche
  • Compressione delle pensioni
  • CPR (ex CIE)

Qualche problema di metodo e di etica si dovrebbe porre?

Quando la sinistra italiana, a cominciare da Fratoianni ed Acerbo, sostituisce in modo scientifico la centralità del lavoro salariato con gli interessi della propria rappresentanza e sopravvivenza (spesso giustizialista, vedasi De Magistris o Ingroia), senza fare un vero bilancio di queste scelte, è una sinistra destinata alla sconfitta.

Ma soprattutto:  voi compagn3 che scendete in piazza con noi al fianco del popolo Palestinese, potete sopportare la spartizione del potere (ad oggi amministrativo, ma in passato governista) con il PD e la sua “sinistra per Israele”? Volete e pensate davvero che l’alternativa politica possa passare per un partito come il PD, in cui il sostegno ad Israele ha un peso non indifferente? Veramente si può fare tale mercanteggio?

Marx definì a chiare lettere i governi capitalisti come “comitati d’affari della borghesia”, attaccò duramente il gruppo dirigente del movimento operaio francese, di Blanc e Albert, al fine di costituire il governo “democratico” emerso dalla Rivoluzione di febbraio nella Francia del 1848 (vedi Le Lotte Di Classe In Francia Dal 1848 Al 1850). La stessa preoccupazione la rivolse al movimento operaio tedesco. Così come fece opposizione alla sinistra governista, pagando con la propria vita, Rosa Luxemburg, così fecero anche Lenin e Trotsky, poiché la Rivoluzione Russa è stata fatta facendo cadere un governo di centro-sinistra.

Non ci si può definire progressisti ed appoggiare i traditori conservatori!

Compagn3, rompete con le logiche filo governative e mettete al centro della vostra politica il mondo del lavoro.

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