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Lettera aperta al Partito Comunista Rivoluzionario

Car3 Compagn3 del PCR,

In questa fase politica si è andato formando sempre di più il metodo manicheo per la sinistra anticapitalista (“o si sta con me o contro di me”) e questo ha prodotto solamente fallimenti, magari mascherati da successi momentanei.

La sovrapposizione tra gli interessi della classe operaia e la crescita della propria organizzazione, ubricata dalla propaganda dell’imminente crollo (falso) del capitalismo, ha fatto il resto.

Il rischio è che questa politica nasconda una necessità identitaria – l’unico vero mantra di questa scelta – e posticipi la sola soluzione, ovvero il raggruppamento internazionale, lanciando un ponte in Argentina dove il trotskysmo è una reale forza di massa.

Abbiamo letto il testo de3 compagn3 del PCR, di cui abbiamo stima, che riporta:

Questo partito (il Partito Comunista Rivoluzionario) serve, ma non c’è. E dunque va costruito. A giugno è stata lanciata una nuova organizzazione internazionale, l’Internazionale Comunista Rivoluzionaria, con sezioni, gruppi e sostenitori in più di 40 paesi. In quella conferenza delegati da tutto il mondo hanno discusso e approvato il Manifesto dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria. È un testo che sulla base delle idee del marxismo fornisce una risposta ai nodi fondamentali della nostra epoca storica, pone la necessità di una rottura rivoluzionaria e traccia una strategia concreta per costruire le forze necessarie a raggiungerla“.

Al di là di tutto e delle buone intenzioni questo appello cela una grande verità, la verità che la costruzione di un’organizzazione Internazionale debba passare esclusivamente per il baricentro del “grantismo” superando il metodo valido di costruzione, quello del raggruppamento, di Lenin (I.C.) e Trotsky (Q.I), ovvero l’unificazione delle migliori avanguardie marxiste rivoluzionarie.

Abbiamo, car3 compagn3, parecchie differenze ma nonostante tutte le divergenze, anche importanti, siamo i primi a dire che non sarebbe un problema insormontabile da superare, se davvero si avessero gli stessi intenti per un progetto unificante. Non sarebbe un problema insuperabile se non si mettesse al di sopra di tutto la conservazione della propria autocentrata organizzazione, magari eliminando il veto ideologico formale per il raggruppamento politico, vincolandolo ad una sorta di espiazione politica per un passato morenista, healysta, lambertista e grantista.

I fallimenti politici, piccoli o grandi che siano, delle organizzazioni internazionali trotskiste, hanno portato al fallimento e all’implosione della Quarta Internazionale.

Ma non sono solo le errate analisi politiche ad averla distrutta. Spesso, e tanto più oggi, hanno influito atteggiamenti ipercentralizzati, alimentati da egoismi patologici.

In molti casi, nel corso della storia, si è teso a dare quasi esclusivamente una valutazione politica alle scissioni del movimento trotskysta e questo non sempre ha rappresentato la realtà.

Noi rivendichiamo il metodo del raggruppamento e ricordiamo che altre scelte non hanno retto alla prova del tempo.

Movimento per la Lega Marxista Rivoluzionaria

23/11/2024

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