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La morte di C. Kirk vista da un rivoluzionario

“Ai nostri occhi il terrore individuale è inammissibile precisamente perché esso sminuisce il ruolo delle masse nella loro stessa coscienza, le riconcilia all’impotenza”.1

La morte di Kirk non rappresenta un passo in avanti per la lotta contro i potenti, anzi è un gesto che va condannato perché frutto di un atto terroristico. Se oggi Meloni e Company, dopo aver detto che Mussolini è stato uno Statista (nonostante le leggi razziali, la gassificazioni dei nemici di guerra, l’uccisione e il confino degli oppositori ecc), si permettono di dire – purtroppo senza consapevolezza dell’ironia – che il clima odierno dopo la morte di Kirk suggerisce “pene inferiori per chi spara a esponente di destra”. Brandendo, e questa è l’unica cosa che sanno fare, la clava della strumentalizzazione politica per piegare la classe operaia italiana ad ulteriori sacrifici. Una società, quella italiana, con una Sanità inesistente, scuole fatiscenti, salari da fame ma che ha risorse e soldi per le armi, le armi tanto amate da Kirk.

Se oggi qualcuno, magari di destra, avesse il coraggio di riflettere sulla “Banalità del male”, potrebbe notare come il libro di Hannah Arendt sia stato un’operazione di onestà e forza politica nel riportare sulla terreno della realtá non solo la questione Eichmann, ma l’intero fenomeno nazista. Un metodo per comprendere le interazioni, anche grazie a W. Reich, sociali, psicologiche del nazisfascismo. Perché solo una rappresentazione reale dei movimenti reazionari, slegata da connessioni retoriche, può indicare la strada di come comprendere davvero l’orrore storico del nazismo ed evitare che si ripeta, almeno sotto alcuni punti visti, tipo la propaganda.

Oggi abbiamo rappresentati della destra che in modo ipocrita chiedendo – come fanno sui social i post, neo e parafascisti – alla sinistra di empatizzare e di spolverare la pietas umana per Charlie Kirk. Insomma la destra mette nello stesso calderone l’etica e la compassione. Rovesciando esattamente l’ordine del comportamento e delle emozioni, solo il trogloditismo politico di destra sostituisce la causa con l’effetto.
Non empatizziamo e mai lo faremo con non le idee reazionarie di un Haider o di un Kirk. Le persone sono quello che dicono e pensano. Punto.
Kirk era uno di destra che faceva sul “serio”, nei suoi discorsi mischiava la becera propaganda reazionaria evangelica a posizioni sul rifiuto delle politiche pro-transgender, alla partità di genere, lo scetticismo sul Covid-19 sino alla promozione della falsa tesi delle elezioni del 2020 «rubate» a Trump.2 Insomma, un reazionarizio uscito da una dimensione ucronica della seconda guerra mondiale, posizioni iper conservatrici che non meritano il patrocino di idee.

Crediamo ci sia un grande problema nei vari Trump, Meloni, Orban ed i loro paggi ovvero l’assurda logica – nella destra che bussa per la pietas – che vuole spingere a solidarizzare con chi è intollerante una sorta di “rovesciamento del paradosso dell’intolleranza” di Popper. La destra politica è un parassita politico, un avvoltoio senza anima che con molte disfunzioni cognitive sociali vuole – ad ogni costo – rappresentare una distorsione del ragionamento: etica, idea e pietas condizionanando il tutto sul proprio pregiudizio ideologico
Siccome è morto di morte violenta voi dovete piangere e solidairizzare“.
Noi siamo contro ogni forma di terrorismo individuale ma la storia politica di Kirk così come le altre, sulla medesima scia, le combatteremo politicamente sempre.
Né piangere e né ridere ma comprendere.

Note

  1. Trotsky, Perchè i marxisti si oppongono al terrorismo individuale (1911) ↩︎
  2. https://www.vanityfair.it/article/chi-era-charlie-kirk-attivista-conservatore-amico-di-trump-ucciso-in-utah ↩︎

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