Nel percorso che porta verso lo sciopero generale assume un ruolo importante la presa di posizione di una parte importante del sindacalismo conflittuale. Cub, Sgb, Adl Cobas, Confederazione Cobas, Sial Cobas, Clap (camere del lavoro autonomo e precario), hanno indetto su una propria piattaforma lo sciopero per il giorno 29 novembre lo stesso giorno di quello di Cgil e Uil. Per la prima volta dopo decenni si rompe la separatezza tra lavoratori, verso una unità nelle piazze dei lavoratori. Questo può essere un primo passo verso l’unità della sinistra sindacale, sinistra Cgil e sindacati di base. Sappiamo che la strada dell’unità non è semplice, ma vanno superate vecchie diffidenze, attriti tra gruppi dirigenti, volontà di primeggiare. Solo se si superano le vecchie ruggini si può ripartire per rilanciare un ciclo di mobilitazione che superi la stanca ritualità degli scioperi in occasione della legge finanziaria, e costruisca una unità di tutti i soggetti colpiti dalla crisi e dalle politiche del governo di destra, lavoratori, precari, studenti, donne. Costruire un fronte di classe contro le politiche del governo Meloni, per rivendicare aumenti generalizzati dei salari, il diritto al lavoro, alla casa, alla salute, per la cancellazione di tutte le leggi che penalizzano i migranti, che impediscono la libertà di manifestare, che colpiscono i soggetti più deboli, contro le politiche guerrafondaie. Trasformare la rivolta sociale da agitazione propagandistica, in pratica quotidiana. Costruire una forza d’urto che travolga i vertici confederali e punti alla ricostruzione di un movimento operaio che sia realmente alternativo alle compatibilità capitalistiche e alle logiche politiciste e si liberi della subalternità al centro-sinistra.
In questo quadro di possibile rilancio dell’unità tra lavoratori si distingue la scelta dell’Usb di continuare nel suo isolamento e di indire un altro sciopero per il 13 dicembre, ancora una volta una scelta settaria frutto di una logica identitaria che punta a dividere i lavoratori nel tentativo di riaffermare una egemonia nel sindacalismo di base, una scelta destinata ad una sonora sconfitta e che l’unico risultato che può ottenere è un ritardo nella costruzione dell’unità di classe dei lavoratori.
Paolo Tani – Movimento per la Lega Marxista Rivoluzionaria