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Quando il nazifascismo negli USA fu contrastato

Negli Stati Uniti il razzismo è sempre stato diffuso, basti pensare alla rapida evoluzione del Ku Klux Klan negli anni venti, ai testi antisemitici di Henry Ford e agli sproloqui radiofonici del cattolicissimo sacerdote Charles Coughlin. 

In una società avvitata da forti pulsioni autoritarie – ben descritta da Sinclair nel suo romanzo “Qui non è possibile (It Can’t Happen Here)” -, ottantasei anni fa , esattamente il 20 febbraio 1939, più di ventimila persone parteciparono a una manifestazione nazista al Madison Square Garden di New York. Una folla annebbiata dal becero sciovinismo era pronta ad ascoltare i neonazisti e dal palco svettava una imponente immagine di George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti d’America, affiancato da due grandi svastiche. Il Madison era “addobbato” di tutto punto per l’evento: striscioni chiari come “Stop Jewish Domination of Christian Americans” o “Wake Up America: Smash Jewish Communism”.

La manifestazione avvenne mentre la Germania di Adolf Hitler si stava apprestando a costruire il sesto campo di concentramento. Ad organizzare la manifestazione di New York fu il German American Bund, un movimento statunitense di dichiarata ispirazione nazista, fondato nel 1936. 

Nel febbraio 1939 il German American Bund poteva contare su decine di migliaia di iscritti, stampava un giornale e distribuiva copie del Mein Kampf. Era molto attivo e, finanziato da ricchi sostenitori, organizzava in diverse aree degli Stati Uniti campi estivi, mentre il suo leader Fritz Kuhn cercava di dipingere se stesso come il “führer americano”. Oggi viene difficile non accostare quel clima politico al clima politico che Trump e Musk stanno alimentando. 

Insomma, mentre gli Stati Uniti stavano invadendo il mercato delle bibite gassate (Coca-Cola) la Germania cercava di conquistare il cuore politico della reazione statunitense. Ma le affinità tra Usa e Germania alle soglie della seconda guerra mondiale non finiscono qui. Così, en passant, dopo la discesa in campo degli Usa contro Hitler anche la Coca-Cola smise di essere diffusa in Germania; è da questa mancanza che Max Keith inventò la Fanta. Il nome venne inspirato dal termine tedesco “immaginazione”: Fantasie o Phantasie.

La storia della manifestazione del Bund Usa, di quell’evento, è bene impressa nell’immaginario collettivo e nei media Usa: un classico pomeriggio di ordinario nazismo. La marcia ritorna alla memoria ma, non molti sanno, l’aspetto più importante di quella sera fu che il Garden venne circondato da almeno 50.000 antifascisti. Quale organizzazione promesse tale manifestazione antifascista? Non fu il Partito Socialista di Norman Thomas, né la Socialdemocrazia né il Partito Comunista (ossidato dallo stalinismo), ma fu il Socialist Workers Party (SWP, i Trotskysti statunitensi).

L’appello promosso da J.P. Cannon e compagni ebbe un eco imponente e aderirono alla contromanifestzione più persone di quante lo SWP potesse immaginare. Il testo dell’appello del SWP venne pubblicato sul New York Daily News la mattina stessa del raduno nazifascista ma l’antitrotskismo diffuso nella sinistra statunitense, sommato a logiche di opportunismo, impedì ad altri movimenti della sinistra di farsi copromotrici dell’iniziativa trotskista. Ciononostante, lo SWP aveva non solo tenuto fermo il principio antifascista di classe, ma aveva premuto un nervo scoperto e sollevato il sentimento popolare.

Gli antifascisti militanti risposero alla chiamata del Socialist Workers Party. Un eterogeneo mondo antifascista non strutturato aderì alla contestazione; tra loro vi erano: lavoratori spagnoli, latinoamericani, desiderosi di sferrare il colpo al fascismo che non erano riusciti a sferrare a Franco; la minoranza di colore che lottava contro il profuso razzismo a stelle e strisce; lavoratori tedesco-americani che volevano vendicare i loro connazionali perseguitati da Hitler; antifascisti italiani che cantavano Bandiera Rossa; gruppi di ragazzi e uomini di religione ebraica; repubblicani irlandesi consapevoli della lotta per la libertà di tutti i popoli; veterani della Prima guerra mondiale; impiegati, ragazze e ragazzi, tutti accumunati dal profondo sentimento d’indignazione.

I dimostranti si scontrarono con la più grande forza di polizia che New York City abbia mai schierato contro una singola manifestazione: 1.780 poliziotti a cavallo i quali erano impegnati a difendere il “diritto di parola” dei nazisti. Le lotta nelle strade continuò per cinque ore, insegnando ai lavoratori un’importante lezione sul carattere della polizia “democratica” americana.

Il trotskismo non è un nuovo movimento, una nuova dottrina, ma il ripristino, la rinascita del genuino marxismo così come è stato esposto e praticato nella Rivoluzione russa e nei primi giorni dell’Internazionale comunista”. (J.P. Cannon)

E. G.

Fonti

https://www.ilpost.it/2022/01/31/fanta-germania-nazista

https://newspapers.ushmm.org/events/american-nazis-rally-in-new-york-city

https://www.marxists.org/history/etol/document/swp-us/education/antifascism/silver.htm

https://www.npr.org/sections/codeswitch/2019/02/20/695941323/when-nazis-took-manhattan

https://www.washingtonpost.com/history/2018/12/09/night-thousands-nazis-packed-madison-square-garden-rally-violence-erupted

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