


Il servizio di ReggioTV:
Il nostro intervento:
Siamo alla vigilia di una intensa stagione referendaria. Non idolatriamo il referendum. Non pensiamo possa sostituire la mobilitazione e la lotta di massa. Ma non siamo certo indifferenti alla natura concreta dei referendum e al loro esito. Per questo ci schieriamo senza riserve a sostegno dei referendum che abbiano un carattere progressivo e di contraddizione rispetto alle politiche e agli interessi dominanti. È il caso dei referendum annunciati di questa primavera. Detto questo è altrettanto vero che la lotta referendaria è una vera arma a doppio taglio… L’effetto del possibile contraccolpo per il mondo del lavoro potrebbe essere molto duro.
Ma veniamo a noi..
Negli ultimi 30 anni è stato rubato il futuro a milioni di giovani. Le politiche sviluppate dai governi Berlusconi hanno, solamente, tutelato gli interessi del padronato italiano a discapito di giovani che hanno subito e subiscono controriforme, reazionarie e precarizzanti. Stessa politica ha fatto il centro sinistra (compresa la sinistra radicale) che si è affrettata in nome della “governabilità” (tradotto: difesa della propria poltrona) a votare il Pacchetto Treu e le Legge 30.
È curioso, perlomeno “poco credibile” per usare un eufemismo, vedere oggi i vari Ferrero, Fratoianni, De Cristoforo affannarsi a difesa dei giovani per l’abolizione delle leggi precarizzanti quando poco tempo fa le hanno sostenute. Mi domando se ciò sia ipocrisia o falsa coscienza.
Dunque sta a noi, fuori dai palazzi, portare avanti una lotta seria e coerente contro la piaga sociale del precariato. Per questo è necessaria una piattaforma di lotta immediata, che unisca in un fronte unico d’azione tutte le sinistre sindacali, politiche e di movimento, per una lotta ad oltranza che porti alla richiesta dell’abolizione di tutte le norme sul precariato (dal Pacchetto Treu e alla Legge Maroni) e imponga l’assunzione a tempo determinato di tutti i precari.
I soliti burocrati del CDX e del CSX, che ci chiedono i sacrifici, con la stessa nonchalance ci chiedono: “ma dove troviamo le risorse per tale politica?”Le risorse? Le dovete trarre da quelli che finora non hanno mai pagato, per merito dei vostri governi, la crisi: i grandi gruppi finanziari italiani, i grandi evasori e le banche. I governanti li traggano ad esempio da una riforma fiscale che prelevi dai grandi patrimoni e redditi aliquote progressive, dalla gigantesca evasione fiscale (200 miliardi di euro), dal fiume di miliardi regalati ogni anno a banchieri, gruppi industriali e scuole private, dalle spese militari (ad esempio 13 miliardi di cacciabombardieri inutili e dannosi), dai privilegi del Vaticano (6 miliardi di agevolazioni fiscali) dai miliardi sprecati per “grandi” opere speculative ed inutili (Expo2015, ponte sullo Stretto ecc.), dai costi della “casta” parlamentare e così via.
L’attacco è così grave, vedi la scuola, da richiedere forme radicali e continuate di mobilitazione sino all’occupazione delle scuole e delle sedi istituzionali, da organizzare con molta serietà e cercando di unire le forze studentesche, degli insegnanti e del modo del lavoro.
Certo è difficile, soprattutto di questi tempi, ma noi pensiamo che solo se si riuscirà ad organizzare questa grande unità sociale e queste forme radicali di lotta, il movimento per bloccare i tagli potrà acquistare una grande forza e avere successo. È necessario allora che la classe lavoratrice tuteli i propri interessi. Lavoratrici e lavoratori, dobbiamo combattere, rivendicare i nostri diritti sociali e forti aumenti salariali. Occorre una lotta vera, unitaria, radicale, di massa che ponga al centro dello scenario politico le ragioni di chi lavora.
- Per un forte aumento salariale di almeno 300 euro netti per tutti i lavoratori e le lavoratrici.
- Per la reintroduzione della scala mobile dei salari.
- Per un salario minimo intercategoriale di almeno 12 euro l’ora.
- Per un reddito dignitoso ai disoccupati.
- Per la cancellazione di tutte le misure di precarizzazione del lavoro e della attuale legislazione sugli appalti.
- Per il controllo delle lavoratrici e dei lavoratori sulle condizioni del lavoro, e la decuplicazione di ispettori e ispezioni.
- Per la riduzione generale dell’orario di lavoro a 30 ore pagate come 40 ore.
- Per una patrimoniale straordinaria di almeno il 10% sul 10% più ricco, che possa finanziare il raddoppio della spesa sanitaria, un vasto piano di assunzioni nei servizi, un forte investimento in risanamento ambientale ed energie rinnovabili.
- Per la cancellazione del debito pubblico alle banche e l’abbattimento delle spese militari.
Occorre far emergere in tutti i luoghi di lavoro, in tutti i sindacati di classe, questa piattaforma generale unificante. L’ora delle chiacchiere è finita. Per un anno intero le burocrazie dirigenti del sindacato hanno garantito a governo e padroni la pace sociale, limitandosi a critiche innocue. Adesso basta. Non è sufficiente una pur positiva manifestazione a fine Novembre come non lo sarebbe uno sciopero generale proforma del tutto simbolico come abbiamo visto in passato. È necessario preparare uno sciopero generale vero, a carattere prolungato, su una piattaforma generale di rivendicazioni che le lavoratrici e i lavoratori possano sentire come propria. Un’assemblea nazionale di delegate e delegati eletti può varare questa piattaforma per far cadere questo troglodita governo post-fascista.
Solo un Governo delle lavoratrici e dei lavoratori potrà realizzare una svolta vera, che è anticapitalistica o non è! C’è bisogno di un partito della classe lavoratrice che lotti per questa svolta. Il Movimento per la Lega Marxista Rivoluzionaria si batte ogni giorno per costruirlo.