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A proposito del blocco sociale proposto da Potere al Popolo

Era tempo di impegnarci e di applicare quei principi all’azione nella nascente lotta di classe. La nostra decisione di farlo, il nostro riconoscimento che l’opportunità era davanti a noi e la nostra determinazione a coglierla, ci portarono a scontrarci con i settari, gli estremisti di sinistra.

James P. Cannon ¹

Il nuovo ordine mondiale non ha retto alla prova delle storia, per decenni, il mondo intellettuale della grande borghesia ci ha detto e ripetuto che la caduta del muro di Berlino, la fine dell’Unione Sovietica avrebbero rappresentato un passo in avanti verso la “libertà” e il progresso.

Niente di più falso!

Lo scioglimento dell’Urss ha portato solo ad un impoverimento generale del mondo del lavoro, compressione dei diritti, nuove catastrofi ambientali, pandemie ecc.  Sin dai suoi inizi questo nuovo sistema post Gorbaciov ha mostrato il suo lato reazionario arrivando a produrre governi come quelli di Orban e Meloni, la destra post-fascista ha rialzato la testa. La grande borghesia capitalista, quella delle multinazionali domina il mondo con leggi brutali, securitarie e sono del tutto inconsapevoli dell’accumulo, del profitto capitalista e delle sue contraddizioni.

In questo quadro le grandi manifestazioni in sostegno e solidarietà con il popolo palestinese avvenute in Italia, e non solo, fanno ben sperare; come se una nuova epoca stesse nascendo contrassegnata dall’iniziativa spontanea delle masse e la difficoltà nel gestire lo status quo da parte del sistema dominante.

L’Italia post-fascista di oggi, con il governo più reazionario della storia della repubblica, è al centro di questo scenario di protesta – tutti noi abbiamo bene impresse nella mente le immagini delle manifestazioni dei primi giorni di ottobre. Questo governo, che sta incarnando al meglio il proprio vassallaggio al governo Trump, rischia grosso e la sua stabilità è direttamente proporzionale ai nuovi scenari che la lotta di classe sarà in grado di mettere in campo. Sono essenzialmente questi i motivi, che abbiamo qui sopra schematizzato, per cui il sistema borghese tenta di generalizzare e sottomettere a se tutto il dissenso; oggi più che mai la contrapposizione tra oppressori e oppressi è sempre più grande e ciò genera conflitto tra chi ha tutto e chi ha nulla. È proprio la generalizzazione del sistema voluta dalla borghesia che rende attuale, come lo sta divenendo negli USA², la parola socialista. Il socialismo si contrappone a questo sistema, nonostante non possa impedire le sue catastrofi, al contrario aumentando e complicando al tempo stesso le possibilità del superamento del capitalismo.

È anche vero che da qualche parte dovremmo pure iniziare! Non possiamo determinare i fattori oggettivi ma possiamo determinare i fattori soggettivi e da lì che dobbiamo partire.

In una situazione come questa che ha visto un vero e proprio risorgere del movimento di massa l’estrema sinistra nostrana cosa fa? Nulla, lo zero assoluto! Almeno nella sua grande maggioranza. L’estrema sinistra italiana è troppo avvitata nelle sue ottuagenarie direzioni, malata di settarismo autoreferenziale diremmo in modo tolemaico oppure incastrata in percorsi centristi in modo compulsivo a mo’ di mantra. Chiaramente è molto difficile fare  qualcosa che vada oltre meri proclami propagandisti per le organizzazioni che confondono l’interesse delle proprie direzioni con gli interessi del mondo del lavoro ma non tutto è detto: qualche aspetto da salvare pare che ci sia…

Qualche tempo fa Potere al Popolo ha scritto: “… Ora vogliamo allargare quest’alleanza. Vogliamo farla diventare un blocco sociale e politico che nel 2027 riesca a far entrare nelle istituzioni i soggetti sociali che non sono rappresentati. Persone degne e coraggiose che sappiano fare opposizione e soprattutto la facciano a contatto con chi quotidianamente lotta. Che sappiano rappresentare gli interessi della maggioranza contro la minoranza di privilegiati. Che sappiano far apparire una politica bella, entusiasmante, che sfrutti l’invenzione e la forza popolare per fare dell’Italia un paese più felice e non condannato all’estinzione e alla marginalità.

Il nostro giudizio su P.A.P. è chiaro: abbiamo molte, per usare un eufemismo, divergenze, partendo dalla valutazioni sui paesi BRICS, l’internazionalismo ridotto a mero orpello di solidarietà, l’importanza di militare nei sindacati di massa (leninisticamente parlando) e su questi aspetti non faremo sconti a quello che pensiamo sia un ostacolo sulla via di una sana rifondazione di una proposta politica, quindi P.A.P ci vedrà inflessibili ogni qualvolta la lotta di classe internazionale sarà all’ordine del giorno e ci vedrà su posizioni diverse, ma non per questo non sappiamo cogliere il senso della proposta ovvero il tentivo di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Naturalmente per costruire un nuovo blocco sociale-politico dobbiamo fare tesoro degli errori del passato, blocchi elettorali senza caratterizzazione di classe si sono sciolti come neve al sole. Per far prevalere questa proposta (oltre ad avere l’adesione di più soggetti), che nell’essenza condividiamo, dovremmo pensare in modo diverso prendendo d’esempio il FUA di leniniana memoria o la sua declinazione più vicina e vincente: il FIT in Argentina.

Noi del Movimento per Lega Marxista Rivoluzionaria siamo convinti che una federazione di marxisti che abbia tagliato i ponti con il becero riformismo possa essere la soluzione, essere il passo reale in avanti.

Note

1. https://proletarios.org/books/Cannon-La_historia_del_trotskismo_norteamericano.pdf

2. https://www.ilmessaggero.it/mondo/perche_zohran_mamdani_non_sara_mai_presidente_usa-9170789.html

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