Stiamo assistendo all’offensiva dello Stato d’Israele contro il Libano e la sua popolazione, in poche ore l’operazione denominata “Frecce del Nord” ha causato circa 500 morti, inclusi decine di bambini.
La politica di sterminio messa in atto da Netanyahu non si arresta, tutto questo sangue si poggia sull’ipocrita pretesto della risposta all’attacco messo in atto da Hamas (unica forza che ad oggi mette in campo una resistenza all’invasione sionista) nell’ottobre del 2023, ma sarebbe un errore far cadere le responsabilità di questa guerra su Hamas – a cui nessuna organizzazione marxista rivoluzionaria deve dare il proprio sostegno politico. L’invasione coloniale d’Israele del territorio Palestinese ha origini lontane, riconducibili alla costituzione dell’Haganah – l’organizzazione paramilitare della comunità ebraica in Palestina – la quale divenne ben presto lo strumento militare dell’invasione sionista già negli anni venti del secolo scorso. L’Haganah mise appunto i piani d’occupazione dei villaggi palestinesi, l’offensiva militare e nel suo complesso, come ha scritto Ilian Pappè (storico), la “pulizia etnica della popolazione nativa”.
È passato un anno e il governo reazionario d’Israele, sventolando l’esigenza della cancellazione di Hamas, ha distrutto gran parte della Striscia di Gaza creando migliaia di vittime e rendendo Gaza un cumulo di macerie invivibile per decenni avvenire. Tutto questo nel completo silenzio del mondo occidentale che tace nei confronti dei crimini d’Israele e si appresta a dare un’ulteriore sterzata, come nel caso dell’Italia, nei confronti delle politiche “securitarie”. Il governo Meloni è pronto ad avviare il nuovo pacchetto sicurezza (DDL 1660) che, fra le altre cose, introdurrà il reato di opinione e lo equiparerà al terrorismo, opprimendo le manifestazioni e le mobilitazioni progressiste.
È ora di manifestare. È ora di scendere in piazza per una Palestina libera, laica e socialista. Per la liberazione della Palestina e il superamento rivoluzionario dello Stato di Israele.
Gli attacchi d’Israele ai popoli di Palestina e Libano stanno ad evidenziare che Netanyahu non si fermerà. Hezbollah e Hamas che stanno cercando di mettere in discussione la potenza militare hanno per ora resistito.
È ora di scendere in piazza per il sostegno dell”autodeterminazione dello Stato Palestinese.