Dopo l’invasione nazista della Francia durante la seconda guerra mondiale, Hitler decise di dividere, formalmente, la Francia in due: una zona occupata nel nord del Paese e una “libera” nel sud.
Il 22 giugno, Pétain (un collaborazionista del regime nazista con ovvie simpatie per i movimenti fascisti e nazionalisti) firmò a Rethondes l’armistizio con i tedeschi e divenne capo dello Stato con pieni poteri, tanto da promuovere una nuova costituzione con sede a Vichy. La Francia venne smembrata e divenne una sorta di protettorato nazista, tanto che Pétain strinse la mano ad Adolf Hitler a Montoire-sur-le-Loir e ed invio la Légion des Volontaires Français (LVF) sul fronte orientale per partecipare all’operazione Barbarossa.
Un Francia, dunque, marionetta dei nazisti. Ed è così che Trump vuole trasformare Gaza, in una sorta di colonia eteroguidata dall’imperialismo USA, sponsorizzato dall’indecente figura politica di Blair, mentre Cina e Russia assistono all’ulteriore sciacallaggio.
La Striscia di Gaza dovrebbe essere “pacificata”, secondo la Casa Bianca, escludendo Hamas per non ledere il regime sanguinario di Netanyahu in ambito amministrativo.
Se Hamas dovesse accettare, le parti accetteranno la proposta e “la guerra cesserà immediatamente“, assicura Trump. Il punto 3 dell’accordo prevede che “le forze israeliane si ritireranno sulla linea concordata per preparare il rilascio degli ostaggi“. Il Governo sionista dovrebbe liberare 250 palestinesi che scontano l’ergastolo e 1.700 abitanti di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre. Inoltre, per ogni ostaggio israeliano morto restituito, Israele consegnerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti.
Insomma, una sorta di Squid Game fondato sul sangue dei palestinesi.
Tutto questo è inaudito. Il popolo palestinese ha il diritto di autodeterminarsi. Questo massacro, questo sterminio messo in campo dal regime sionista rimarrà scritto sui libri di storia, con annessi responsabili e complici.
La Resistenza palestinese non si fermerà e la giustizia della classe operaia farà il suo corso. Di questo brutto paragrafo di storia l’unico aspetto che nessuno riuscirà a cancellare, per parafrasare Paolo Rumiz, “è stato il silenzio. Il silenzio sul linguaggio della violenza prima che sulla violenza. Il silenzio sulle teorie razziste prima che sulle pulizie etniche. Il silenzio sulle violazioni dei diritti umani prima che sui massacri.”
Per una Palestina libera, laica e socialista.